SEGNALAZIONI
Robert Macpherson, Palatino. Palazzo dei Cesari, 1853-1855, stampa su carta allalbumina, 30,7x39,5 (ovale), Modena, Fotomuseo Giuseppe Panini.
Da tempo Maria Francesca Bonetti si
segnala fra gli storici della fotografia in Italia per il rigore del metodo, la
costanza dellimpegno disciplinare e istituzionale, la vivacità degli
interessi. In particolare i suoi contributi alla storia della fotografia si
distinguono nel panorama storiografico contemporaneo italiano per la capacità
di collegare e saldare il momento filologico e il momento critico. Ne è prova concreta il volume che
accompagna la mostra tenutasi a Roma e a Modena. Il nucleo centrale del volume è costituita
dai quatto capitoli della sezione Indagini. Nella prima indagine, partendo da una
specificità della collezione in esame, cioè la raccolta di serie di immagini
relative a uno stesso soggetto, la Bonetti sviluppa un percorso critico che
dovrebbe più spesso essere privilegiato e agito dagli storici della fotografia. « Dallavvicinamento [
] di serie a
volte anche ridondanti di immagini dedicate allo stesso soggetto, spesso
reiterate dai fotografi nello steso modulo compositivo e in molti casi quasi
sovrapponibili per identità del punto di vista, scelta dellora per la
ripresa, inquadratura, tagli e organizzazione del campo visivo possiamo
verificare e valutare in primo luogo la costituzione e la trasmissione dei
modelli di rappresentazione, mutuati allorigine dalla precedente tradizione
iconografica, che per la veduta a Roma ha i suoi più illustri riferimenti
nellincisione sette-ottocentesca (Vasi, Piranesi, Rossini). Ci è poi
consentita una maggiore comprensione delle qualità espressive e di definizione
delle diverse tecniche utilizzate dai fotografi, mentre possiamo meglio
apprezzare gli scarti e le strategie attraverso i quali essi hanno cercato di
proporsi per la penetrazione e laffermazione personale allinterno di un
mercato che certamente, fin dallorigine, doveva essere connotato da caratteri
di forte concorrenzialità.« (p. 29). Lindividuazione degli insiemi e la loro
valutazione storico-critica e formale è applicata a tre casi, che peraltro
ricorrono tra i principali leitmotiv nei repertori di molti dei
fotografi dellepoca, che hanno operato a Roma: la veduta del Foro
Roimano con il Tempio di Saturno in primo piano (Flachéron, Caneva, Anderson,
Cuccioni); la veduta del Tempio di Vesta con la fontana dei Bizzaccheri
(Martens, Anderson, Macpherson, Cuccioni); la veduta del Colosseo ripresa dal
Palatino (Flachéron, Caneva, Cuccioni). La seconda indagine ricostruisce
sinteticamente, attraverso la presentazione di soggetti romani più comuni e più
amati allepoca dal pubblico internazionale, «la breve eppur intensa e feconda storia della
fotografia a Roma nei decenni che hanno costituito lavvio e la progressiva
evoluzione ed affermazione del mezzo quale strumento essenziale ed ineludibile
di un nuovo sistema di comunicazione visiva» (p.46). « La mostra, che
anche in questa sezione procede attraverso un percorso iconografico piuttosto
che non secondo successioni cronologiche o suddivisioni per autore, sottolinea
pertanto, sempre attraverso un serrato confronto di soggetti analoghi, spesso
identici, le diverse relazioni tra i fotografi e le numerose connessioni tra le
opere, nellintento di individuare volta per volta i reciproci debiti formali e
stilistici, così come di verificare le caratteristiche delle diverse tecniche
fotografiche e i risultati ottenibili con la loro messa in opera. Le qualità e
le peculiarità che ne derivano, oltre che guida alla risoluzione di problemi
identificativi e attributivi, possono costituire così la griglia di riferimento
per una valutazione più generale e una più corretta contestualizzazione
dellopera di ogni singolo autore. » (ivi). A tali fini la Bonetti
non manca di operare confronti con altre opere presenti in altre collezioni. Una terza indagine è dedicata a La
campagna romana: il paesaggio e gli studi per gli artisti, nella quale in
particolare è sottolineata e ribadita
la centralità dellopera di Giacomo Canova e di Carlo Baldassarre
Simelli. Completano e arricchiscono il volume i
contributi di Alberto Prandi («The Roman Process». Con un repertorio della
letteratura fotografica 1849-1863 relativa allesperienza romana) e di Chiara DallOlio («Ricordo di Roma»:
editoria, mercato e diffusione della fotografia), nonché il Catalogo
della collezione Orsola e Filippo Maggia e lAppendice contenente testi
di Richard W. Thomas (1852), Robert Hunt (1853) e Frédéric Flachéron (lettera a
Charles Chevalier, 1851).
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