Jacques Barsac, Charlotte Perriand et la photographie. L'oeil en éventail, volume pubblicato in occasione della mostra, Museum für Gestaltung, Zurich, luglio-ottobre 2010; Petit Palais Musée des Beaux-arts de la Ville de Paris, aprile-settembre 2011; Musée Nicéphore Niépce, Chalon-sur Saône, primavera 2012; prefazione di Alfred Pacquement; introduzione di François Cheval, 5 Continents Editions, Milano 2011.
La mostra e il volume che l’accompagna sono un’occasione importante per gli
interessati alla storia della fotografia di architettura del Novecento. Per Charlotte Perriand (1903-1999) la fotografia è «un outil
personnel, intime qu’elle utilise de façon intuitive, qui lui permet d’allier
simplicité des moyens et richesse des fins pour penser le monde; c’est
aussi un vecteur idéal pour fixer l’enchantement ou un moyen de lutte,
révélateur de sa démarche et de son évolution intellectuelle. La photographie
recouvre plusieurs dimensions intimement liées, à la charnière de ses activités
d'’architecte, d'urbaniste, de designer et de militante: la première de
l’'ordre de la recherche plastique comme une sorte de laboratoire de
renouvellement des formes, la seconde invisible au premier abord, en tant
qu’outil empirique d'investigation philosophique, de moyen de réflexion sur
l’'homme, sur l’'architecture et sur l’'urbanisme, la troisième en tant que
vecteur des idées et de ses combats militants, et enfin, la photographie comme
outil de communication de projets, d’eléments constitutifs de meubles ou
d’espaces intérieurs». (p. 29). La mostra di Parigi comprende quattrocento fotografie e documenti e
settanta mobili. Fra l’altro il volume e la mostra implicano l'opportunità di nuove riflessioni su quanto la personalità e
l'opera di Le Corbusier debbano a personalità a lui vicine e spesso troppo
relegate nell’ombra del... (e spesso… dal…...) picassiano maestro, quali appunto
Charlotte Perriand o Pierre Jeanneret. In particolare le fotografie della Perriand di oggetti trovati nella natura
rivelano e dimostrano il ruolo non secondario da lei svolto nella vicenda
dell' «art brut », perseguita insieme a Pierre Jeanneret, Fernand
Léger e Le Corbusier. E nelle architetture della Perriand, come in quelle di Le Corbusier, il
ruolo, il taglio, la posizione della finestra devono non poco all’esperienza
dello studio dell’inquadratura attraverso l’'apparecchio fotografico. La ricerca fotografica di Charlotte Perriand si sviluppa - fra il 1927 –quando si installa all'ultimo
piano di un immobile in place Saint-Sulpice negli spazi di un atelier
fotografico e il marito le dona un apparecchio fotografico a soffietto 6x9 - e il 1940, quando si chiude con un viaggio in Giappone. A parte i fotomontaggi (La Grand
Misère de Paris, Salon des arts ménagers, 1936; fotomontaggio
relativo al programma agricolo del Fronte popolare per la sala d’'attesa del
ministro dell'Agricultura, 1936; fotomontaggi,
in collaborazione con Fernand Léger, per il padiglione dell'agricoltura
all'Exposition internationale des arts et techniques dans la vie moderne, 1937),
e a parte qualche fotografia comparsa in «L’Architecture
d'aujourd'hui», Charlotte Perriand non ha mai evidenziato la sua attività
fotografica. Le sue fotografie come espressione di una peculiare creatività
sono state rivelate in parte nella mostra retrospettiva a lei consacrata al
Centre Pompidou (2005) e nella mostra Modernism, Designing a New World, 1914-1939,
al Victoria and Albert, Londra (2006). La scoperta recente di alcune centinaia
di negativi, conservati negli Archives Charlotte Perriand, è stata l'occasione
per presentare e indagare per la prima volta
in maniera ampia e articolata la sua creatività fotografica.
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